mercoledì 31 marzo 2010

Web journalism. Da utilizzare con cura

Piccola rivincita dei media tradizionali sul giornalismo di base. Come riportato sull’Huffington Post, qualche giorno fa è ribalzata la voce della morte di Dorothy Height, storica attivista per i diritti civili in Sudafrica. Un post da Twitter, firmato Clove 1215, annunciava la dipartita dell’anziana signora. In poco tempo la voce si è diffusa sul web, generando, solo su Twitter, più di 1.000 post.
Wikipedia aggiornava, con la consueta velocità, la biografia di Dorothy Height.


Per fortuna la signora Height è viva, pur versando in cattive condizioni di salute presso Howard University ospital.
C’è stato, dunque, un errore, non si sa se originato da atto doloso o colposo. Un tranello in cui non sono caduti le testate professionali. Cnn, Washington Post e The New York Times si sono ben guardati dal riportare la notizia. Probabilmente perché hanno fatto il loro lavoro, ovvero hanno controllato i fatti, anziché copiare pedissequamente i rumors provenienti dal web.
Forse, oltreoceano, stanno imparando a usare i social network e le potenzialità dell’auto-comunicazione di massa – che beninteso in prima battuta non è giornalismo – senza cadere nell’errore di considerarli i campioni assoluti della libertà d’espressione (e d'informazione).

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