giovedì 22 aprile 2010

Editoria professionale in salsa tecnologica

Figlia di un dio minore. Polverosa. L’editoria professionale non gode di una grande fama tra gli addetti ai lavori. Giudizio formulato più sulla scarsa conoscenza che su dati reali. Perché il settore ha sempre mostrato un’ottima capacità nell’interpretare i cambiamenti.
Le soluzioni innovative, a volte anche artigianali, sono ben presenti nel suo modo di fare informazione.

Negli anni ’90 gli editori di settore lanciarono i cd-rom come prodotti editoriali di successo.
E ancora: erano inviate newsletter quotidiane via etere – una specie di televideo -, leggibili da pc.
Fino alle soluzioni caserecce, come mandare fax di aggiornamento agli abbonati.
Indubbiamente una buona dose di creatività, coadiuvata da precisa conoscenza dei bisogni informativi dei lettori.

Predisposizione all’innovazione che non si è persa nel tempo.
Ipsoa editore (Wolters Kluwer) da quasi un anno ha una piattaforma di blog – Postilla - per avvocati, commercialisti e operatori giuridici in genere.
I quotidiani normativi (da Ipsoa e Eutekne i più completi), disponibili a pagamento, sono nuovi non solo nella forma adottata, ma anche nel linguaggio utilizzato
Il gruppo Maggioli, invece, offre interessanti soluzioni per il mobile.

Le soluzioni proposte possono far sorridere chi si occupa di web, eppure per questo settore – così di nicchia, così legato alla tradizione e alle “corporazioni” – lo sforzo è tutt’altro che irrilevante. Anzi dimostra una capacità di adattamento al ecosistema informativo d’inizio millennio, poco conosciuta nell’editoria cosiderata più nobile.

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