mercoledì 28 aprile 2010

Giornali online, brutti e cattivi

Segnalo l’analisi di Frédèric Filloux (in Mondaynote) sul design e sulla struttura dei quotidiani online. La versione in italiano è pubblicata qui in Lsdi, qui la versione originale.

Per il giornalista gli attuali siti sono la traslazione tout court della vecchia grafica cartacea. Soluzione che porta a un “quasi fallimento” su tre elementi critici:
1) mancanza di originalità (test dell’identità), tutte le versioni si assomigliano,
2) inefficienza nel presentare la notizia (test della personalità), in un giornale tradizionale “le dimensioni dei titoli e delle immagini, lo spazio dedicato agli articoli, le angolazioni, tutto vi dà una idea chiara del piatto del giorno”,
3) assenza della casualità (test della serendipità), ovvero “la capacità di scoprire qualcosa che non stavamo cercando, una sorta di scoperta accidentale…”.

Le riflessioni di Filloux sono condivisibili? Forse sulla grafica. Anche se sembra che le critiche riguardino il mezzo fisico – il monitor – su cui si leggono le notizie.
Tutto il discorso si regge sull’assioma giornale come sistema chiuso, che vive di vita propria. Proprio come la versione di carta. Non è causale l’elogio dell’iPad e simili (LBDS, Lean Back Devices), che “potrebbero essere il legame mancante per il consumo dei media moderni”.
Oggi – in rete - il giornale online fa parte di un ambiente informativo. E ciò è già una risposta al test della serendipità. La scoperta casuale, trovare quello che non si cercava, credo sia una della peculiarità dell’ipertesto.

La tesi di fondo di Filloux è che un sistema chiuso, protetto, anche nei contenuti, è più originale ed è in grado di “far tornare alla ribalta nozioni come fiducia e affinità e… aprire la strada a un’esperienza di lettura più profonda”.

Tentando una semplificazione, con i suoi rischi, il dibattito sul futuro dei giornali si sta muovendo su due macro direttrici.
La prima: contenuti a pagamento, sistemi chiusi, in ambiente cool – iPad -, in cambio di qualità, originalità, ecc, ecc.
La seconda: contenuti gratis, ovvero grafica dei siti scadente e scarsa cura editoriale.

Una sintesi dialettica è necessaria.

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