lunedì 26 aprile 2010

News online e tasse

Secondo rivelazioni Nielsen per Nova 24 (pagina 12, allegato a Il Sole 24 Ore del 22 aprile 2010) i primi cinque siti d’informazione raccolgono l’80% del traffico. In un anno i lettori di news online sono passati da 10,8 a 14 milioni. La crescita del traffico sui siti di notizie ha registrato un incremento del 28% più della crescita media di internet(+10%).

Ancora Nielsen, negli Usa, ha registrato un record, nel periodo gennaio – aprile, per i siti dei quotidiani: 74,4 milioni di utenti unici per mese, ovvero il 37% di tutti navigatori della rete.
Nonostante questi risultati, gli editori sono alle prese con pressanti problemi di bilancio.

Sul finire della scorsa settimana, la Fieg, per bocca del sui presidente Carlo Malinconico, ha proposto l’introduzione di un’imposta da fare pagare a tutti gli utenti internet. Sarebbe una soluzione temporanea, destinata a creare un fondo per le case editrici.
La proposta ha sollevato numerose proteste. L’uso dello strumento fiscale è odioso, sia perché colpisce tutti, anche chi usa la rete solo per giocare, sia perché è il consueto ricorso al pubblico e alle tasche dei cittadini. Quasi un premio all’inazione.

Ma sparare sugli editori è sciocco. I dati sul traffico sono chiari. I siti dei giornali sono quelli più frequentati. L’informazione tradizionale, pur declinata in bit, è tutt’altro che morta.
Resto convinto che, per la maggior parte dei lettori, la novità è l’accesso alle notizie gratis, su un monitor. Il popolo di chi s’informa sui blogger, sui siti iper-verticali delle università o dei centri di ricerca è piccolo, di nicchia.
La maggioranza continua ad aver bisogno dell’intermediazione di giornalisti alle dipendenze di testate, regolarmente "registrate e vidimate"

Un orizzonte che non può non gettare nella più cupa delle frustrazioni gli editori, sempre più popolari, sempre più poveri. L’introduzione di una tassa serve a poco, perché non è una svolta strutturale. Per quella occorre percorrere nuove strade, trovare diversi modelli di business (per esempio un mix tra lettura gratuita e a pagamento, tool di servizi), che possano valorizzare le performance sul web.

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