lunedì 3 maggio 2010

Giornali e iPad, la scommessa degli editori

Valerio Maccari, in un articolo pubblicato in Repubblica - Tecnologia, racconta i preparativi degli editori italiani in vista del debutto del tablet targato Apple.

La chiusura del pezzo merita attenzione: "… l’iPad e gli altri tablet rappresenteranno per l’editoria una rivoluzione simile a quella introdotta da internet 15 anni fa… " Sono le parole di Mario Mariani, amministratore delegato di Paperlit, un’azienda che si occupa della trasformazione in digitale del materiale cartaceo. L'ad chiude con la seguente previsione: "… e faranno tornare i giornali in mano ai lettori paganti".

Dunque iPad e simili dovrebbero decretare la fine del tutto gratis. Almeno così come lo conosciamo. E la laboriosa attività degli editori nel preparare i nuovi format, sono l’evidente segnale delle aspettative che si ripongono in quello che assume le caratteristiche di un tentativo di restaurazione.
Il calendario è già pronto: La Repubblica nel secondo trimestre, il Corriere della Sera dalla fine di maggio e infine la Gazzetta dello Sport pronta al via in concomitanza con i mondiali di calcio.
Le nuove release saranno tutte a pagamento.

Il clima che si respira sembra quello da ultima spiaggia, da battaglia finale. Da vedere se sarà come l’assedio di Stalingrado o quello di Costantinopoli.
Gli editori stanno trasferendo sui tablet le difficoltà – e pure le incapacità – di usciere dalla situazione di impasse dell’attuale sistema informativo.
L’intera filiera produttiva – escludendo la radio e la televisione - si regge su due pilastri: giornali di carta e siti online. Il primo prende risorse dalla vendita e dalla pubblicità, il secondo, pesca solo dall’advertising.
Una struttura messa fuori equilibrio dal calo delle vendite, dal crollo della raccolta pubblicitaria su carta, solo in parte compensata dall’incremento di quella web.

Ora si affaccia il terzo pilastro. Quello delle tavolette multimediali. Non è carta, non è web.
Una scommessa che per essere vincente dovrà giocare sul campo di almeno due variabili:
- diffusione dei nuovi strumenti tecnologici che non sono certo a buon mercato. iPad è costoso, le versioni della concorrenza non sono certo gratuite. I dati macro sulle tendenza dei consumi segnalano un ripresa molto timida. Fino alla metà del 2011, crisi e disoccupazione, peraltro ancora altissima, terranno la spesa molto frenata.
A meno che si ragioni su mercati a bassa diffusione che , però, generano bassi ricavi. E difatti alcune analisi sono scettiche sulla possibilità dei tablet di compensare i mancati introiti della carta;
- tasso di sostituibilità. Come saranno i nuovi format? Cosa proporranno di nuovo che non sia già disponibile online? E’ questo il fronte su cui si scontreranno editori e lettori.

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