martedì 29 marzo 2011

Live blogging

L’uso della diretta per seguire i grandi eventi è il futuro del giornalismo? E’ la domanda di editorsweblog.org (qui il post), che racconta della scelta per il live blogging di siti d’informazione come Bbc News e Guardian. E delle critiche di chi vede, in questa pratica, la morte della professione (qui).

La riduzione di un fatto in una pagina in aggiornamento, semplificando e facilitando la ricerca, piace ai lettori e se fatta bene – cosa che non nuoce – può avere ottime perfomance a livello seo (usando per esempio, la soluzione adottata da SbNation, qui).
La descrizione per forza magra di un live blogging, non esclude, poi, momenti di riflessione e di approfondimento.

Le dirette le realizzano pure le piattaforme sociali. Anche se spesso il ruolo è più spostato verso la comunicazione. Tweet e materiale sociale possono diventare informazione – in forma integrale ed efficiente – grazie all’intermediazione giornalistica.
Blogs of war realizza monitor (qui) – dati alcuni hashtag – nei quali sono pubblicati i flussi di tweet (a volte con l’ausilio della diretta televisiva). I monitor mettono in evidenza le potenzialità del mezzo, ma anche le sue debolezze. L’arrivo delle notizie – sincopato – è frenetico: voci, parole e foto, video, da paesi lontani, da persone sconosciute. La sensazione di smarrimento è reale. Uno dei compiti del “nuovo” giornalista sarà (anche e inoltre) quello di verificare, controllare e mettere ordine. La morte, quella professionale, può attendere.

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