martedì 18 settembre 2012

Twitter cambia il profilo

L'account personale di Twitter cambia. La novità più evidente riguarda l'uso della foto che diventa l'elemento distintivo e guida della pagina personale. La somiglianza con la timeline di Facebook è più evidente.
Un cambiamento che rende la piattaforma un po' meno media d'informazione e un po' più strumento per campagne di marketing e brand awareness (segnalazioni qui, via Huffington Post e qui via Digital Life).

Il vecchio profilo.


E il nuovo.


mercoledì 12 settembre 2012

25 a 1

Secondo i dati diffusi dalla Newspaper Association, nella prima metà del 2012 la raccolta pubblicitaria legata alla stampa ha registrato una perdita di 798 milioni di dollari. La risposta del digitale segna una crescita di 32 milioni. Dunque a ogni dollaro guadagnato online, corrispondono 25 dollari persi sulla carta (segnalazione qui, via Advertisement Journal).

lunedì 10 settembre 2012

Un corriere per i piccoli

  
First News è un giornale creato per un pubblico di lettori particolare: i bambini (segnalazione qui, via The Guardian). Scelta editoriale realizzata con un duplice obiettivo: presidiare un settore potenzialmente ricco circa la raccolta pubblicitaria e abituare le giovani generazioni alla lettura.

venerdì 7 settembre 2012

Un video blog per il WSJ

Si chiama WorldStream la nuova piattaforma realizzata dal Wall Street Journal. Giornalisti muniti di smartphone raccontano la realtà attraverso brevi video-clip. Un nuovo modo di fare informazione e per un lavoro dai connotati in rapida trasformazione (segnalazione qui, via Editors Weblog).

mercoledì 5 settembre 2012

Riflessioni di fine estate

La stagione che si avvia alla conclusione ha visto il succedersi di due eventi particolarmente significativi circa lo stato dell’informazione digitale nostrana.

Il 9 agosto è stata ufficializzata la vendita di Matrix – la società che controlla Virgilio.it – da Telecom a Libero.it. Nella mani di un solo proprietario si crea un unico player capace di performare oltre 15 milioni di utenti al mese.

Qualche giorno dopo Italia Oggi (qui e qui) riportava la notizia delle difficoltà economiche de Linkiesta: perdite per un milione di euro e conseguente necessità di aumento del capitale. Un prodotto di alta qualità – per il sottoscritto una delle migliori iniziative editoriali degli ultimi anni – che non è in grado di generare un equilibrio economico. Nel 2011 i costi sono stati di oltre un milione di euro (737mila per il personale), mentre gli incassi sono stati pari a 49mila euro dalla pubblicità, 10mila per la fornitura di servizi, 9mila euro dalle sottoscrizioni e 1.000 dalle donazioni.

La fusione Libero/Virgilio e le vicende del quotidiano all news meritano qualche osservazione.
1) Il mercato dell’online è attualmente ancorato ai grossi volumi di traffico, alla quantità. Le cause sono molteplici, io sono convinto che esista una scorretta valutazione delle reali potenzialità dell’advertising. In ogni caso “così è se vi pare”. Almeno fino a quanto esisterà la logica del Cpm “sotto-costo”.
2) Nel paese la creazione di una massa intelligente (nella definizione data dall’Economist) se è possibile non è capace di garantire introiti rilevanti.
3) E’ necessaria una riflessione – rapida e aderente alla situazione economica – sul contratto che definisce la professione giornalistica. Il mercato dell’informazione è composto da player diversi. I contratti applicati a chi produce contenuti sono molteplici: commercio, grafici, telecomunicazioni. Chi per onestà o perché costretto deve ricorrere al contratto giornalistico – decisamente più oneroso e meno adattabile alle esigenze di un’impresa – subisce uno svantaggio competitivo. Occorre cambiare, impostare nuove regole. Una direzione che non porta – se si vuole – alla rinuncia dei principi che caratterizzano la professione.
In ogni caso, le dinamiche economiche e tecnologiche stanno esiliando e mutando le vecchie norme contrattuali. Meglio farlo attraverso una collaborazione delle parti sociali, piuttosto che lasciare fare la mercato.