mercoledì 3 ottobre 2012

Emorragia quotidiana

Il decimo rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione (qui) certifica il progressivo calo dei lettori su carta. Nel 2012 è stato registrato un generale segno negativo pari al 2,3%. La disfatta – o meglio il cambio di abitudini – coinvolge tutti i fronti: free-press (- 11,8%, settimanali (- 1%). Anche l’editoria libraria si deve piegare a un – 6,5%, mentre - secondo il rapporto - solo i settimanali reggono (+ 1%).

La fuga dalla stampa è più marcata tra i più giovani, tra il 2011 e il 2012 i lettori di quotidiani di 14 - 29 anni sono diminuiti dal 35 al 33,6%, quelli di libri dal 68% al 57,9%. Informazioni e notizie passano su ambienti diversi, sul digitale, di cui il web rappresenta l’espressione più importante.

Secondo il Censis si sta affermando una tendenza alla personalizzazione dell’accesso alle fonti (attraverso la selezione delle reti amicali), con il rischio che si formi una sorta di “solipsismo di Internet”, ovvero la rete come generatrice di conformismo e auto-referenzialità. Di massa sarebbe da dire.

E’ corretta questa considerazione? Il tema del conformismo e dell’auto-referenzialità è decisamente applicabile agli attuali quotidiani. Quelli famosi, quelli si comprano alla mattina in edicola e puzzano di petrolio. Non pochi editoriali e articoli sembrano scritti per un publbico che esclude rigorosamente i lettori.
Ovviamente – figuriamoci – sono delle eccezioni. Sulla rete no, l’agire comune tende solo a mostrarsi belli, in gamba ed esperti.

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